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5 luglio 2012 4 05 /07 /luglio /2012 11:18

2952047425_e4f42264dd.jpgPer preparare il biberon di latte è consigliabile seguire alcune norme d'indiscutibile utilità:

1) Utilizzare per la ricostituzione del latte l'acqua oligominerale, non gasata e a temperatura ambiente;

2) Usare esattamente la quantità d'acqua e di polvere prescritte;

3) Non bollire mai il latte ricostituito, nè quello già liquido, devono essere intiepiditi;

4) E' preferibile preparale il biberon ad ogni pasto, se è preparato in anticipo deve essere conservato in frigorifero fino al momento dell'uso;

5) Il latte avanzato dal bambino va buttato e non utilizzato per la poppata successiva:

6) Dopo ogni poppata il biberon e tutti gli oggetti che sono serviti per la preparazione del latte devono essere accuratamente lavati e sterilizzati.

Per la sterilizzazione si può ricorrere alla bollitura, dopo aver accuratamente lavato il materiale, oppure alle soluzioni disinfettanti.

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4 luglio 2012 3 04 /07 /luglio /2012 23:20

2701442059_d35a4065e7.jpgAccorgersi se il latte proprio non è più sufficiente a saziare il bambino nella maggior parte dei casi è facile: il seno è meno pieno e il bambino, dopo la poppata, strilla o succhia avidamente il dito o il ciuccio. Più difficile e invece valutare se il latte materno è ai limiti della sufficenza. In questi casi può essere utile osservare attentamente l'entità dell'evacuazione; generalmente, se allattato al seno, il bambino evacua 5 o 6 volte al giorno, se improvvisamente inizia a diventare stitico ( cioè non evacua per un giorno intero e alterna a giorni si e altri no) significa che il latte è ai limiti della sufficienza e che probabilmente andrà integrato con quello artificiale. In genere si inizia sostituendo la quarta poppata, e poi, piano piano in ordine la seconda, la terza, la quinta e la prima per ultima. Quando si inizia questo processo si arriva rapidamente allo svezzamento completo perchè il latte materno si esaurisce. Fermo restando che è sempre un bene per il bambino ricevere il latte materno più a lungo possibile, la mamma non deve farne un dramma se questo finisce presto. Allattare fino al quarto mese è comunque un traguardo importante.

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4 luglio 2012 3 04 /07 /luglio /2012 22:52

2205787961_17d31fda1f.jpgIl riflesso della suzione è il più importante tra i riflessi del bambino fin dalla nascita, perchè è legato alla possibilità di alimentazione e quindi della sopravvivenza e della crescita. Il succhiare gli provoca un senso di tranquillità, sicurezza e benessere. Per questo motivo non gli è sufficiente il breve periodo della poppata a placare il desiderio della suzione, vuole succhiare ancora. E a questo punto si pone il dilemma dei genitori: pollice o ciuccio? In realtà non esiste una scelta ottimale. Spesso è lo stesso bambino che decide autonomamente e, una volta che ha effettuato la sua scelta, è quasi impossibile fargli cambiare idea. A favore del pollice possiamo dire che è sempre a portata di mano, ma il ciuccio garantisce una migliore igiene (lavandolo e sterilizzandolo con cura). Entrambi poi non sembrano causare interferenze sul corretto sviluppo dei denti permanenti. Da uno studio effettuato dai dentisti di Boston, su bambini con l'abitudine di succhiarsi il pollice o il ciuccio e bambini che invece non hanno usato nessuno dei due, è emerso che non vi sono particolari differenza tra i due gruppi. Sembra infatti che la linea di chiusura interdentale venga modificata dalla spinta della lingua.

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4 luglio 2012 3 04 /07 /luglio /2012 22:00

3831237561_d501e94fda.jpgUna delle domande più frequenti sulla cura del neonato riguarda la frequenza con cui cambiare il pannolino e, soprattutto, se l'operazione deve essere fatta prima o dopo i pasti. In realtà non esiste una risposta univoca; il pannolino deve essere cambiato ogni volta che il bambino si sporca. Uno degli errori più comuni a questo proposito è quello di non voler cambiare il pannolino subito dopo il pasto, con la scusa che il bambino prende freddo o rigurgita perchè coricato o sballottato. In genere il lattante evacua durante il pasto e il risultato è che viene rilasciato fino al pasto successivo con il suo impacco di feci, acide e corrosive che in breve provocano arrossamenti e irritazioni. Invece il pannolino deve essere cambiato subito dopo l'evacuazione di feci e urine, anche subito dopo il pasto perchè non è vero che l'operazione disturba la digestione. Durante il cambio occorre prestare attenzione alla pulizia delle parti intime. Nelle bambine essa va effettuata con movimenti dall'avanti all'indietro, per non trasportare residui fecali verso la vulva e la vagina e con particolare cura nella zona delle pieghe tra le grandi labbra. Nei bambini occorre pulire con attenzione le pieghe dello scroto e del pene. La detersione può essere effettuata con e salviette umidificate, controllando che non contengano profumazioni oppure alcol; oppure con acqua controllandone prima la temeratura con il dorso della mano. In ogni caso è importante asciugare accuratamente tutta la zona intima, anche tra le pieghie, con un asciugamano morbido. Talvolta, pur avendo osservato le più accurate norme di igiene, può accadere che il sederino e la zona genitale siano arrossati. Le cause in questi casi possono essere l'eczema del lattante o un fungo della pelle. In entrambi i casi non si tratta di eventi gravi, è necessario prestare maggiore attenzione all'igiene e consultare il pediatra che prescriverà la cura adeguata.

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4 luglio 2012 3 04 /07 /luglio /2012 11:40

2945666638_de55341d2e.jpgFin dai primi giorni di vita l'abbigliamento dovrebbe essere il più possibile semplice, comodo e razionale; sono inutili i fiocchi, i colletti troppo grandi e i bottoni in posizioni scomode che possono anche far male. E' consigliabile scegliere sempre fibre naturali e trattenere l'istinto di coprire troppo il bambino, ma cercare di vestirlo in modo adeguato alla temperatura dell'ambiente e alla stagione. Nei primi mesi è fisiologico sentire le mani e i piedi freddi, per questo motivo per sentire la reale temperatura del bambino si deve toccare il corpo (es. il collo). La cute deve essere tiepida e asciutta, sentira umida è segno di sudorazione dovuta spesso ad indumenti troppo pesanti. A volte sulla pelle dei neonati eccessivamente coperti o tenuti troppo al caldo compaiono minuscoli puntini bianchi dovuti all'accumulo di goccioline di sudore negli strati superficiali dell'epidermide. Indumenti ruvidi, la lana, il calore eccessivo o il freddo possono provocare la comparsa sulla cute di chiazze o d'arrossamenti diffusi, per questo motivo è consigliabile usare camicini di tela o magliette di cotone e avere la massima cura nel risciaquo della biancheria in modo da togliere ogni traccia di detersivo. 

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3 luglio 2012 2 03 /07 /luglio /2012 12:28

3240199063_2b376dc744.jpgLa temperatura dell'acqua deve essere compresa tra i 37,5 e i 38 gradi. Per verificare che non sia troppo calda, una pratica comune è quella di immergervi il gomito. La temperatura dell'ambiente deve essere di circa 24 gradi. Prima di iniziare il bagnetto è utile procurarsi e tenere a portata di mano un asciugamano, i vestiti di ricambio e tutto quanto può essere utile. In questo modo non si corre il rischio di lasciare il bambino da solo sul fasciatoio alla ricerca dei vari oggetti mancanti. Il bambino va immerso nell'acqua dolcemente e deve essere sorretto dalla parte della testa; in genere si passa il braccio sinistro sotto l'ascella sinistra del bambino così da sostenere la testa con il polso. Per il lavaggio si possono usare indifferentemente saponi neutri o schiume da bagno. Sono particolarmente consigliati i prodotti emollienti, con un'azione detergente molto delicata, poco profumati e molto idratanti. E' importante lavare bene il cuoio capelluto per evitare la formazione di una crosta giallastra, erroneamente chiamata crosta lattea, dovuta in realtà ad un eccessivo deposito di fosfora. Nel caso questa crosta fosse presente, dopo una buona insaponatura e relativo risciaquo, si può provare ad eliminarla usando un pettinino a denti sottili. La durata del bagno dovrebbe essere di circa cinque minuti, Durante l'asciugatura è meglio tamponare la pelle, senza strofinarla, con asciugamani in tela di cotone o di lino, per evitare le irritazioni che una spugna troppo ruvida potrebbe provocare.I pro del bagnetto tutti i giorni sono: per tenere il bambino pulito, per mantenere il rapporto del bambino con l'acqua, per assecondare l'esigenza di abitudinarietà del bambino e per favorire l'idratazione della pelle.

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3 luglio 2012 2 03 /07 /luglio /2012 11:55

2801050270_57921f47d2.jpgUno dei primi problemi che la neo mamma deve affrontare è la medicazione del cordone ombellicale. Alla nascita il cordone viene reciso lasciando un moncone di alcuni centimetri molliccio e di colore chiaro. Gradualmente questo si mummifica, cioè si essicca, assumendo un colorito scuro nerastro e una consistenza piùtosto dura e alla fine cade. Per facilitare questo percorso è importante seguire alcune semplici curre che vengono iniziate già in ospedale al momento della nascita e devono continuare anche a casa. I passi da seguire sono: afferrare delicatamente l'estremità libera del moncone aiutandosi con una garza sterile asciutta, detergere l'attaccatura del cordone con una garza imbevuta di alcol o mercurio cromo, avvolgere il moncone con una garza imbevuta di alcol. Fissare la fasciatura con una retina elastica tubolare o con una garza fermata dal pannolino. Non usare assolutamente cerotti che possono irritare la pelle delicata del neonato. In genere dopo circa dieci giorni il moncone si stacca e cade. Al suo posto romane una piccola ferita che andrà ancora protetta con garza sterile per alcuni giorni, fino a quando si trasforma in cicatrice. Un ritardo di 5 - 10 giorni nella caduta del moncone non deve impensierire, in caso di ritardo superiore invece è opportuno consultare il pediatra per verificare la presenza di infezioni. 

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3 luglio 2012 2 03 /07 /luglio /2012 11:23

3698837659_a258dbc6b5.jpgNei momenti di veglia il neonato piange facilmente; il pianto è il suo unico linguaggio che la mamma imparerà presto a conoscere. Non sempre significa fame ma può essere provocato dal pannolino bagnato, da una posizione poco confortevole, dal troppo caldo o dal troppo freddo oppure dal bisogno semplicemente di essere coccolato. Il pianto può causare l'insorgenza di spasmi e tremori che peraltro possono verificarsi anche all'improvviso, in una situazione di tranquillità assoluta oppure essere scatenati da un improvviso rumore. Il sistema nervoso non ha ancora raggiunto la sua completa maturità, i movimenti del neonato non sono finalizzati ma globali; è sempre tutto il corpo che si muove come scosso da un fremito, le braccia si tendono verso l'alto o si allungano, la testa e il tronco si piegano in avanti. Tenendo il bambino in posizione eretta, coi piedini che sfiorano la culla o il lettino, si vede sollevare prima un piede e poi l'altro come se volesse camminare, se dalla posizione seduta si lascia improvvisamente cadere togliendogli il sostegno le sue braccia si tendono verso l'esterno e poi di scatto tornano a raccogliersi sul petto; stimolando la pianta del piede le dita di aprono a ventaglio e gli alluci si allungano verso l'alto, mentre stimolando il palmo della mano le dita si serrano a pugno. Il neonato ha reazioni istintive innate importanti ai fini della sopravvivenza:sentendosi il volto coperto da un panno agita le mani e muove la testa nel tentativo di spostarla, se sente freddo ad un braccio o ad una gamba egli tenta di portarseli il più possibile vicino al corpo. L'udito funziona già perfettamente tutti i rumori sono percepiti e le voci sussurrate sono quelle che gli danno maggior piacere. I rumori forti invece non sono molto graditi, infatti il bambino nel tentativo di isolarsi, paradossalmente si addormenta. La vista non è perfetta solamente gli oggetti a distanza ravvicinata sono percepiti distintamente, solo verso il quarto mese il bambino sarà in grado di distinguere i colori in modo perfetto. 

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2 luglio 2012 1 02 /07 /luglio /2012 16:04

2593355364_d3f8367b7b.jpgL'età neonatale comprende le prime quattro settimane di vita del bambino di cui la prima, detta periodo neonatale precoce, è certamente la più delicata; sul piano biologico - clinico tuttavia l'intero periodo è molto importante poichè si assiste al compimento di fenomeni che resteranno per sempre unici. In rapporto all'epoca di nascita i neonati sono definiti: a termine, pretermine e postermine. Secondo la legge italiana è neonato ogni essere partorito dopo il 180esimo giorno di gravidanza; prima di tale termine il feto è considerato dal punto di vista legale aborto. Neonato pretermine si definisce il nato prima della 37esima settimana di età gestazionale, mentre nato a termine è chi nasce tra la 37esima e la 42esima settimana; oltre a questo periodo si parla di neonato postermine. I neonati in più vengono classificati anche in base al peso di nascita non sempre in accordo con l'età gestionale. Il neonato viene considerato: appropiato per l'età gestazionale se il peso è compreso tra 10 e 90 centile; piccolo per l'età gestazionale se il peso è inferiore al 10 centile e grosso per l'età gestionale se il peso è superiore al 90 centile.

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2 luglio 2012 1 02 /07 /luglio /2012 14:25

3898573383_5a45759f3d.jpgL'assistenza e l'interesse al bambino iniziano dal momento del concepimento, con un'attenta sorveglianza alla mamma nella fase di gestazione, per concludersi con una competente assistenza medica e ostetrica al momento del parto. L'abitudine ad effettuare controlli ostetrici periodici durante la gravidanza ha contribuito a ridurre notevolmente la mortalità materna e infantile consentento, in più, di individuare per tempo le cosiddette "gravidanze a rischio"per motivi sia biologici (età, precedenti aborti, malattie, ecc.) e sia sociali ( condizioni economiche precarie, abitudini di vita nocive, stress, ecc.) e di poterle seguire con particolare attenzione, poichè ad esse è legato un aumento significativo di parti pretermine e di nati sofferenti, malnutriti o di basso peso. Nel grembo materno il prodotto del concepimento si sviluppa passando attraverso le fasi d'embrione ( durante le prime 8 settimane) e quindi di feto; vive nella calda cavità uterina immerso nel liquido amniotico, che lo protegge dai rumori e dai traumi, perfettamente nutrito dal sangue materno che, attraverso la placenta, rilascia e scambia col sangue fetale sostanze nutritive, ormoni, anticorpi e soprattutto ossigeno e anidride carbonica. Questa vita termina bruscamente al momento del parto, dove il feto espulso dal suo sicuro rifugio si ritrova nel mondo esterno dove, per sopravvivere dovrà imparare a respirare e a nutrirsi con i propri mezzi velocemente. Ogni parto deve avvenire in ambiente ospedaliero, con l'assistenza di personale ostetrico e pediatrico qualificato. Negli ultimi anni si è ridotto maggiormente il numero dei bambini morti alla nascita o rimasti gravemente menomati per lesioni subite durante il parto. La nascita è sempre un momento di grande tensione emotiva non solo per la madre ma per tutti coloro che vi assistono.

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